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intestazione

La mia quarantena a metà

I miei primi giorni di quarantena li ho passati cercando di continuare a fare una vita il più normale possibile, andando a letto presto e svegliandomi presto. 

Questo grande piano è durato circa una settimana. 

 

Mi ero persino scaricata un’applicazione sul telefono per fare esercizio fisico, doveva essere uno sforzo giornaliero costante che si è interrotto alla terza giornata. 

Avevo deciso di mangiare in modo più salutare possibile, ma poi le pizzerie, ristoranti e bar intorno a me hanno iniziato a fare servizio a domicilio, e a supplicare aiuto su ogni piattaforma sociale chiedendo almeno un’ordinazione. E che fai, non l’aiuti la tua gelateria preferita richiedendo una vaschetta da 1kg? Com’è possibile rimanere tranquilli con lo spaventoso pensiero dell’imminente chiusura dell’attività che vaga nella tua testa qualora non ci fossero stati abbastanza ordini? 

Mi è sembrata una responsabilità morale. Una responsabilità che sapeva di fragola e stracciatella. Il mio l’ho fatto. 

 

Un’altra cosa che ha impedito ai miei addominali di palesarsi sul mio pancino sono stati i continui aperitivi delle 18:30. Su quello sono stata molto seria e costante e non credo di aver mai saltato un giorno. 

 

Con tutto questo tempo a disposizione, devo aver per forza finito almeno le serie tv che avevo iniziato prima della quarantena. E invece ho lasciato a metà pure quelle. 

 

Ho ricominciato a suonare il piano e la chitarra. Poi ho smesso di nuovo. 

 

Sono tornata a disegnare. Poi ho smesso di nuovo. 

 

Mi consolo dicendomi che almeno il pensiero di iniziare e portare a termine una delle mille attività che mi vengono in mente ce l’ho. E spesso mi faccio anche i complimenti per quanta fantasia e immaginazione ho per riuscirmi ad inventare tante cose. 

Ho ancora qualche giorno per riscattarmi. Ce la metterò tutta per trovare qualcosa di nuovo da iniziare e smettere. Intanto vado a mangiarmi il gelato, che anche quello era arrivato tempo fa, ma è sempre in frigo. 

D’altronde 1kg in un giorno non era fattibile, dai. 

 

 

Forse.  

 

MB96

 

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